Disturbi alimentari
Vi sono persone in sovrappeso che decidono di perdere qualche chilo e con una dieta equilibrata, nel senso di un utilizzo di elementi nutrienti vari, una passeggiata di mezz’ora al giorno, ritornano al peso precedente.
Può capitare che una volta intrapresa una dieta ferrea, cioè con un introito calorico minimo rispetto al fabbisogno energetico, ad esempio non superiore alle 800 calorie al giorno, si continui a dimagrire con la convinzione che una volta conquistata la tanto sospirata magrezza, avremo raggiunto i nostri più “rosei” obiettivi di felicità: la gente ci guarderà con ammirazione, l’altro sesso ci presterà attenzione come mai aveva fatto, tutto sarà più facile e la nostra vita migliorerà definitivamente.
La cosiddetta dieta ferrea si attua attraverso tre modalità: saltare i pasti, ridurre le porzioni ed eliminare certi cibi considerati “ingrassanti”; una dieta che viene abitualmente seguita in modo perfezionistico e che non ammette trasgressioni di alcun genere rispetto al menu prestabilito.
Quanto sacrificio ci costa tutto questo?
Accade che dopo l’euforia dei primi chili perduti, a mano a mano che si dimagrisce ci si senta sempre peggio e l’obiettivo, il nostro benessere, invece di avvicinarsi si allontana sempre di più: non siamo felici ma inquieti, di malumore ed indisposti verso gli altri.
Se ci fermassimo a riflettere, potremmo giungere alla conclusione che il nostro corpo ha bisogno di essere maggiormente nutrito e che quindi non mangiamo a sufficienza; allo stesso modo di un’automobile che ha a disposizione, giorno dopo giorno, una minor quantità di benzina e che prima o poi finirà per bloccarsi del tutto!
Questo succede perché non si tiene conto della fisiologia del nostro corpo, cioè del fatto che il peso corporeo ed in particolare la massa magra sono regolati da fattori biologici.
Viviamo in una società che enfatizza il concetto di magrezza ed invia messaggi erronei che hanno un impatto molto forte sulle giovani donne che aspirano sempre di più a diventare fisicamente attraenti, ammirate sia per la bellezza che per una linea invidiabile.
Si finisce per aderire completamente ad un regime alimentare che ci toglie la voglia di vivere, di stare con gli altri, di gioire delle piccole e grandi cose.
A volte i commenti sul corpo da parte di familiari, parenti o amici possono ferire la nostra sensibilità tanto che finiamo per metterci a dieta allo scopo di migliorare la nostra immagine corporea.
Iniziamo a confrontarci con le amiche, a desiderare di indossare abiti attillati e si finisce per trascorrere molte ore della giornata ad eseguire esercizi fisici estenuanti, a guardarci molte volte allo specchio, a toccarci ripetutamente certe parti del corpo per il timore che siano aumentate mentre la sensazione di essere grasse aumenta giorno dopo giorno.
La convinzione che una magrezza eccessiva ci renderà felici e che migliorerà la qualità della nostra vita rimane solo un’illusione.
La preoccupazione per il peso dovrebbe lasciare spazio anche ad altri aspetti importanti della nostra vita: il rapporto con gli altri, la vita affettiva, il lavoro, la scuola e gli hobby.
Dott.ssa Maria Pia Santucci
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo comportamentale
Dott.ssa Maria Pia Santucci Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo comportamentale
Pisa
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Iscritta all’all’Ordine degli Psicologi della Toscana col n.2200
Laurea in Psicologia (indirizzo applicativo) conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
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